ARRIVA DAGLI USA UNA APP CHE RISPONDE PRIMA DELLA DOMANDA

Silycon Valley al lavoro, modello è Google Now di Google

App 'indovine' per telefoni cellulari, a metà strada tra l'ennesimo miracolo della tecnologia e la sfera di cristallo degli oracoli: alla Silicon Valley, un'azienda gigante come Google, ma anche altre miriadi di start-up, stanno lavorando alla creazione di applicazioni per smartphone e tablet che rispondono alle domande prima ancora che vengano formulate. Un esempio: le nuove app possono inviare di propria iniziativa un avviso sullo schermo del telefonino di un cliente per segnalare un appuntamento di lavoro programmato quel giorno e ad una determinata ora. Il segnale di 'allerta' non solo ricorderà l'incontro già fissato, ma potrà anche dare dei suggerimenti all'utente, come quello di partire da casa un'ora prima a causa di traffico stradale. Utente che non aveva 'chiesto' nulla di tutto ciò. Ma l'applicazione 'legge' regolarmente le sue e-mail, controlla gli appuntamenti scritti sul calendario elettronico, mantiene un registro sulla localizzazione geografica del padrone del cellulare, visualizza i modelli del traffico intorno alle destinazioni in agenda per la giornata.
Si tratta di app, insomma, che funzionano come assistenti personali digitali e che sono il sogno dei programmatori di software da sempre. Google ha già in commercio 'Google Now' negli Usa, un servizio che può essere usato sia con i telefonini Android che con gli iPphone, e che in pratica funziona come una particolare segretaria elettronica. Se si ha un viaggio in programma ad esempio, Google Now, due giorni prima della partenza spedisce le previsioni del tempo del luogo di destinazione: nessuno glielo aveva chiesto.
Second il 'New York Times' - che ha dedicato un vasto articolo alle novità in arrivo - app di questo tipo diventeranno a breve comuni e diffuse. Altre applicaziooni simili già in servizio sono 'Cue', 'reQall', 'Tempo AI', 'MindMeld' ed 'Evernote'. Ma non tutti sono entusiasti. Per alcuni osservatori questo tipo di app sono un altro esempio di 'invasione della privacy'. (ANSA)