AGENDA DIGITALE, ITALIA IN RITARDO

Raggiunto solo il primo obiettivo dell'Agenda, sugli altri due è allarme

L'economia digitale, già una delle principali preoccupazioni del governo uscente, entra a pieno titolo nel programma dell'esecutivo Renzi. E' stato lo stesso premier a promettere un impegno che lascerà “sorpresi” e non può che essere altrimenti, visto che gli obiettivi stabiliti dall'Agenda digitale sono ancora lontanissimi.
Per rendersi conto del lavoro che c'è da fare, almeno in tema di infrastrutture, basta affidarsi al Rapporto presentato poche settimane fa dal Commissario Francesco Caio, l'uomo scelto da Letta per scattare una fotografia accurata dello stato dell'arte e il cui mandato è ormai in dirittura d'arrivo. Ebbene, considerando che gli obiettivi dell'Agenda Digitale sono tre, l'Italia può dirsi promossa, anche se non a pieni voti, solo sul primo, cioè la copertura totale della banda larga di base entro il 2013. Il traguardo non è stato pienamente raggiunto, visto che sono state coinvolte il 98,4% delle unità abitative e che restano ancora problematiche 2 milioni di linee: tuttavia questo gap può essere risolto attraverso il wireless.
I tasti dolenti riguardano invece gli altri due target, vale a dire la copertura totale a 30 mega entro il 2020 e il 50% della popolazione connessa a 100 mega ancora entro il 2020. La copertura a 30 mega è infatti “ancora limitata” e in ritardo rispetto ai livelli europei. Oltre tutto è difficile dire se l'obiettivo del 100% verrà raggiunto, visto che i piani degli operatori puntano a coprire circa il 50% delle linee fisse ad almeno 30 mega entro il 2016-2017: come ha sottolineato Caio, nulla si sa di quello che accadrà dopo. Se sul secondo obiettivo non ci sono certezze, sul terzo scatta un vero e proprio allarme, dal momento che i piani degli operatori attualmente non indirizzano esplicitamente la copertura a 100 mega.
Il governo dovrà dunque esercitare tutta la possibile moral suasion per convincere gli operatori a investire: Letta, qualche settimana prima di lasciare, aveva annunciato l'intenzione di “costruire una matrice di impegni vincolanti” e, nel caso non fossero stati raggiunti, aveva anche minacciato lo scorporo della rete Telecom affidandola a un soggetto pubblico in grado di investire. Una extrema ratio su cui Renzi in passato si è più volte detto d'accordo e che potrebbe dunque tornare d'attualità.
Ma una svolta importante potrebbe arrivare anche da un diverso approccio con la burocrazia (altro campo d'azione citato oggi da Renzi), perché, come ripetono spesso gli operatori, solo facendo crescere la domanda, per esempio con la diffusione di una pubblica amministrazione che opera esclusivamente online, aumenta anche l'offerta. (ANSA)