TUTELA DEL DIRITTO D'AUTORE, DIBATTITO SUL REGOLAMENTO AGCOM
Le posizioni di Google, Sky e Mediaset

Un regolamento per colpire principalmente i fenomeni di pirateria di massa. E' questo, secondo Antonio Nicita, commissario Agcom, l'obiettivo principale della delibera sulla tutela del diritto d'autore online, al centro ieri della tavola rotonda organizzata da Isimm. “Per fare ciò - commenta il commissario - serve distinguere l'ambito della pirateria classica e cercare di evitare il rischio di impedire l'innovazione evitando di rispondere con una rigidità giuridica a temi che non sappiamo governare”.
Tutelare il diritto d'autore ma non impedire l'innovazione. Una sfida che secondo Giorgia Abeltino, policy counsel di Google, “non è confliggente con nuovi modelli di business, se viene creato un meccanismo equilibrato per evitare distorsioni”. Per questo, “se il regolamento verrà attuato per colpire le violazioni massive - aggiunge la rappresentante di Google - potrà divenire uno strumento utile”.
Un regolamento, accolto con favore anche da Sky, che attraverso il proprio rappresentante Marco Valentini, lo definisce “un buon primo passo, anche se non privo di aspetti da migliorare. “Ad esempio - aggiunge il responsabile affari regolamentari di Sky - si può migliorare nei tempi che vanno revisionati e resi più stringenti oltre che rivedere l'estensione del capo IV alla televisione perché per sua natura rispetto a internet presenta caratteristiche diverse che vanno regolamentate di conseguenza”.
Un tema, quello della dicotomia tra copyright e nuove tecnologie che anche Enzo Mazza, presidente Federazione industria musicale, non considera impossibile da gestire. “Nel settore musicale - spiega - sono nati modelli di business che hanno trasformato il mercato musicale e che per la prima volta da 11 anni ha visto registrare un +2%”.
Di differente opinione, invece, Gina Nieri, direttore divisione affari istituzionali legali e analisi strategiche di Mediaset, secondo la quale “i modelli di business devono evolvere ma non essere depotenziati da chi non vuole rispettare le regole. Serve - aggiunge Nieri - alla luce della non negoziabilità di certi diritti, garantire la parità di trattamento tra diverse piattaforme”. (Adnkronos)