BOCCIA, WEB TAX PRINCIPIO DI CONCORRENZA LEALE

Eretico chiedere pagare tasse in Italia a chi guadagna in Italia

La 'web tax' o 'Google tax' come “erroneamente è stata chiamata ha il solo obiettivo di tutelare le imprese italiane dal sistema di totale concorrenza sleale in cui sono costrette ad operare'”. Lo afferma in un intervento pubblicato sul Sole 24 Ore il presidente della Commissione Bilancio della Camera difendendo la norma approvata all'interno della legge di stabilità.
Il mercato digitale è “squilibrato” e si registra “un dominio incontrastato delle multinazionali del web” a cui è “consentito fare profitti non tassati” visto che il sistema “permette a società estere di pagare le tasse nei Paesi dove hanno sede legale, ovviamente con un'imposizione fiscale nettamente più conveniente, triangolando indisturbate persino nei paradisi fiscali”. Un mercato peraltro in crescita esponenziale (“la pubblicità online dal 2005 a oggi è cresciuta, in Italia, del 1.000%” e “il valore complessivo dell'e-commerce in Italia è pari a 11 miliardi di euro, di cui l'80% sfugge al nostro fisco”). Con l'emendamento approvato in Commissione Bilancio, spiega Boccia, “vogliamo stabilire un principio di equità fiscale mettendo sullo stesso piano imprese italiane e multinazionali. Almeno di fronte al fisco”.
Non si tratta, insomma, “di aumentare l'imposizione fiscale, ma di creare regole uguali per tutti. Quella che furbescamente lobby potentissime hanno definito 'web tax' non va a tassare gli utenti o le aziende italiane che le tasse le pagano già ma le multinazionali del web. E ci consentirebbe, tra le altre cose, di tracciare anche i flussi finanziari che fuggono all'estero. E' così eretico tutto questo?”. (ANSA)