LA TV NELL'ERA 2.0, OPERATORI A CONFRONTO

Cardani (Agcom), Parlamento collabori con regolatore

“Il futuro è già qui, è vero. Il contenuto è il re e il 'regolatore' deve essere al passo con i tempi, in tecnologia, tutela e norme. Ma senza legislazione i margini di manovra sono limitati”. A dirlo, all'indomani dell'approvazione del regolamento per il diritto d'autore sul web, è il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani, al convegno “Tv 2.0: scenari di convergenza”, organizzato dall'Autorità per le comunicazioni per fare il punto del mercato dopo l'affermazione di internet.
I numeri dell'Agcom raccontano che gli italiani oggi trascorrono 115 minuti al giorno davanti alla tv (il 42% del tempo dedicato alle telecomunicazioni) e 23 su un social network, spediscono 30 sms, 21 mail e leggono 276 byte di ebook. “Anche il Censis - riporta il commissario Antonio Martusciello - conferma la tv come mezzo predominante, ma sempre più accompagnata da altre forme. Tra i consumi, nel 2013 sta crescendo dell'8,7% la tv satellitare, del 3,1% la web tv e del 4% la mobile. Il 90% degli italiani fra i 14 e i 99 anni, poi, si connette a internet tutti i giorni”. Il tutto, però, con ampi margini di disparità. “Il 53% degli italiani non ha una connessione internet né un pc - dice il presidente di Confindustria Digitale Stefano Parisi -. Il 50% non va al cinema, forse anche perché la distanza media da casa alla sala è di 30 chilometri, e il 20% di quelli che frequentano i cinema compra da solo l'80% dei biglietti. A fronte di un calo generale tra free e pay tv, l'unica cosa che aumenta è il tempo che le persone dedicano allo streaming, purtroppo spesso in siti pirata. Ciò vuole dire che il cinema italiano potrebbe trovare una nuova stagione di crescita proprio attraverso queste tecnologie. Chi inizia a utilizzare i film on demand o a la card, infatti, poi non smette. E casa e sala non sono in concorrenza. Lo dimostra la musica: dopo iTunes e Spotify gli italiani ascoltano molta più musica e vanno di più ai concerti. E' interesse di tutti che questo mercato cresca”.
Sì, ma in legalità è la risposta degli operatori. “Il futuro della tv è nell'interattività - dice il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi - Ma in Italia sarà più lenta perché la banda larga non fa grandi progressi”.
“C'è spazio per tutti - aggiunge Gina Nieri, direttore Affari istituzionali Mediaset – Noi broadcaster però produciamo l'80% di contenuti originali. Serve un 'ecosistema' dove non vi siano disparità o asimmetrie regolamentari. L'aumento dell'offerta legale è importante quanto la battaglia alla pirateria”. Con utenti e contenuti sempre “al centro dell'impegno”, l'amministratore delegato di Sky Italia, Andrea Zappia, reclama poi “la libertà di investire in prodotti nuovi. Va protetta - dice - la remunerazione dei contenuti. Apprezziamo una
regolamentazione che procede obiettivi”.
“Quando i contenuti sono gli stessi - conclude Cardani - vince chi è in grado di produrre i migliori. Quanto alla tutela, però, anche a livello europeo non esistono ancora regole comuni. Se il parlamento non collabora avremo enormi difficoltà”. (ANSA)