SOLI DAVANTI A WEB E TV, I MINORI GIOCANO E STUDIANO POCO
Il nativo digitale fotografato dal Moige

Iperconnessi, ipermediatici, multitasking, un pò somari e spesso sprovveduti: ecco la generazione web. Il nativo digitale, in rete chatta, gioca, scambia foto hot, ma non studia. Il 40% dei ragazzi di età superiore ai 14 anni non ha mai avuto limiti di orario da parte dei propri genitori rispetto all'utilizzo dei videogiochi ed è anche libero di navigare senza alcun limite. E il 28% dei bambini non ha alcun limite di orario in cui guardare la Tv. Lo rivela 'La Dieta Mediatica dei nostri figli', un'indagine del Moige (Movimento italiano genitori) curata da Tonino Cantelmi, professore incaricato di Psicologia dello sviluppo e dell'educazione alla Lumsa di Roma, nonché presidente dell'Istituto di Terapia cognitivo interpersonale. I dati sono stati illustrati alla Camera, in una tavola rotonda moderata da Sarah Varetto, direttore Skytg24, con il contribuito tra gli altri di Antimo Cesaro e Luigi Bobba, rispettivamente segretario e componente della Commissione Bilaterale Infanzia e Adolescenza, Maria Rita Munizzi, presidente Nazionale Moige, Maurizio Mensi, presidente Comitato Media e Minori, Luca Milano, vicedirettore Rai Fiction con delega alla programmazione minori, Raffaele Pastore, direttore Studi e Ricerche Upa (Utenti Pubblicità Associati), Laura Bononcini, Policy manager Google Italy, Antonio Apruzzese, direttore del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni, Carlo Rossanigo, direttore Comunicazione e Rapporti Istituzionali, RCS MediaGroup, Enrico Maria Greco, Consigliere AIE, Associazione Italiana Editori, Maria Pia Caruso - dirigente dell'AGCOM - Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni. L'indagine analizza otto aree: televisione, computer e internet, telefonino, cinema, videogiochi, radio, riviste e quotidiani, libri, per conoscere da vicino il mondo dei nativi digitali. Dalla ricerca arriva dunque una denuncia: in Italia c'è una "emergenza educativa", perché da questi dati si evince "la possibilità degli studenti di visionare materiale non adatto alla loro età. Il 25% dei ragazzi vede spesso in televisione film non adatti ai minori - precisa l'indagine - il 27% ha visitato, almeno una volta, pagine web con contenuti non idonei e il 22% ha videogiocato con giochi sconsigliati per la loro età". La conseguenza è che il 34% degli intervistati inferiori ai 10 anni gioca il più delle volte da solo senza nessuno accanto e il 7% dei bambini (6-10 anni) gioca 'sempre' o 'spesso' ad un videogioco non adatto". Nella sezione 'Computer' i dati non sono più rassicuranti: "Circa il 40% del campione possiede un personal computer, (il 42% di questi è rappresentato dalla fascia di età dai 6 ai 10 anni), e il 32% ne ha uno nella propria camera da letto (il 38,6% appartiene alla classe di età dagli 11 ai 13 anni). Di fatto il 24% del campione risponde che i propri genitori non sono a conoscenza di ciò che fanno su Internet e il 22% cancella la cronologia 'sempre' e 'spesso'".
Nella sezione 'Tv i dati aumentano: "Sono più del 60% i ragazzi che possiedono un apparecchio nella propria camera da letto e non si riscontra alcuna differenza tra le varie fasce di età. La pervasività di questi mezzi fa si che il 30% del campione afferma che è 'sempre' o 'spesso' difficile smettere di video giocare e al 13% capita di perdere ore di sonno pur di continuare la partita. Tre intervistati su 10 hanno risposto che 'spesso' trascorrono diverse ore davanti la tv senza rendersene conto e circa il 20% di non poter resistere neanche un'ora senza telefonino". Un utilizzo "non responsabile, e soprattutto non mediato dagli adulti, delle New Tecnology potrebbe condurre i ragazzi a condizioni psicopatologiche o a situazioni di 'isolamento sociale - avverte lo studio - il 21% degli intervistati ha risposto che preferisce guardare la televisione piuttosto che uscire e il 5% del campione risponde di preferire Internet piuttosto che vedersi con gli amici. Inaspettatamente risulta che anche il telefonino è spesso utilizzato come strumento per isolarsi o per mediare la relazione: più del 10% infatti preferisce 'spesso' o 'sempre' la comunicazione tecnomediata a quella face to face". I dati della ricerca fa notare Maria Rita Munizzi, presidente Moige “ci confermano che abbiamo davanti una generazione che preferisce il mondo virtuale a quello reale, che si collega a internet prevalentemente per chattare e nella maggior parte dei casi lo fa con sconosciuti. Come rimanere impassibili davanti al 21% degli intervistati che preferisce la compagnia della tv a un incontro con gli amici?”.