AGENDA DIGITALE: UE IN RITARDO, OBIETTIVI AMBIZIOSI AL 2020

Chieste politiche che alzino gli standard di digitalizzazione e modernizzazione

Se per Confindustria digitale il Consiglio europeo di Bruxelles dei giorni scorsi è stata un'occasione persa sull'Agenda digitale, la Commissione Ue ha invece dettato, già  dal 2010, per i Paesi membri regole stringenti che, entro il 2020, dovranno traghettare l'Europa verso la digital economy. L'Ue ha chiesto politiche e azioni che, entro sette anni, alzino gli standard di digitalizzazione e modernizzazione delle infrastrutture, delle pubbliche amministrazioni e delle imprese europee. E la tabella di marcia dettata dalla Commissione è davvero serrata. Con risultati che dovrebbero arrivare fin da quest'anno.
Il primo passo, stando all'elaborazione di Confindustria Digitale su dati della Commissione Europea e degli Osservatori School of Management Politecnico di Milano, dovrà infatti essere compiuto a chiusura 2013, anno in cui l'Unione chiede la copertura in banda larga di tutto il territorio. Attualmente la copertura standard (almeno 2 Mb/s) ha raggiunto ormai il 99% in 18 dei 28 Paesi membri, risultato ottenuto solo grazie all'integrazione delle reti fisse con quelle mobili e satellitari. La copertura totale della banda larga fissa, invece, è prossima al target del 100% solo in 10 Paesi. L'Italia è al 96%, mentre la media Ue 28 è 95,5%. Poi si dovrà passare agli impegni da rispettare entro il 2015.
Entro due anni da oggi, l'Europa chiede ai Paesi membri di portare al 50% di popolazione che acquista on line, al 25% i cittadiniche interagiscono con la P.a. compilando e inviando moduli on line, al 33% le imprese che vendono sul web, al 20% la popolazione che compra on line fuori dai propri confini, al 75% gli utenti regolari di internet, al 60% le persone svantaggiate utenti di internet. Infine, sempre al 2015, la Commissione chiede di abbassare al 15% la quota di persone 'analfabete digitali', cioè che non hanno mai usato internet. Infine, è un altro diktat dell'Ue, al 2020 i Paesi membri devono raddoppiare la spesa pubblica in Ricerca & Sviluppo nel settore Ict, portandola a 11 mld di euro, target ancora lontano visto che la spesa in Ue oggi arriva a sfiorare i 7 mld di euro. (Adnkronos)