NASCE UNA SCUOLA CONTRO TECNOSTRESS E VIDEODIPENDENZE

Progetto 'firmato' da Netdipendenza Onlus

Nasce la prima scuola per  prevenire le nuove patologie dell'era tecnologica e digitale: il tecnostress e le videodipendenze. Il progetto, 'firmato' Netdipendenza Onlus, presentato a Bologna, alla fiera Ambiente Lavoro. "Due le sezioni della scuola - anticipa il  presidente di Netdipendenza Onlus, Enzo Di Frenna - la prima si occupa di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, con cinque corsi di formazione per la prevenzione del tecnostress riconosciuti dall'Associazione nazionale formatori sicurezza sul lavoro (Aifos) e validi ai sensi del Testo Unico 81-2008”.
Il corso base si intitola 'Prevenzione tecnostress lavoro correlato': il modulo è rivolto a medici, psicologi e operatori della sicurezza. Un altro corso è dedicato alla progettazione di ambienti di lavoro a basso rischio tecnostress ed è rivolto ad architetti, geometri e operatori della sicurezza. Il corso 'Tecniche di  prevenzione del rischio psicosociale tecnostress' è dedicato a medici e psicologi. Infine il corso 'Tecnostress e rischio campi  elettromagnetici' affronta la correlazione tra tumori ed esposizione  ai campi elettromagnetici emessi dai cellulari e dalle workstation informatiche, connesse a Internet attraverso le antenne wi-fi.
"Il tecnostress è una nuova malattia professionale e causa numerosi disturbi - ricorda Di Frenna - mal di testa, ansia,  ipertensione, disturbi alla memoria, calo della concentrazione, patologie cardiocircolatorie e gastrointestinali. Molti sintomi sono  gli stessi dell'inquinamento da campi elettromagnetici, come è emerso da numerosi studi che verranno divulgati nei corsi di formazione. In Italia - ricorda - si stima che ci siano 1,8 milioni di lavoratori a  rischio tecnostress, secondo una ricerca di Netdipendenza Onlus, che  ha individuato anche le nove categorie di lavoratori più esposti".
La seconda sezione della scuola si occupa di prevenzione delle videodipendenze: cellulari, internet, tv. C'è il corso 'Disintossicazione da Facebook e social network', in cui i  partecipanti apprenderanno le tecniche per prevenire la 'sindrome del  follower', che crea dipendenza psicologica e induce a trascorrere  molte ore al giorno connessi ai profili sociali. Si insegnerà anche a servirsi del 'digiuno digitale', tecnica che il presidente di  Netdipendenza Onlus sta praticando da sei mesi, dopo aver chiuso ad  aprile scorso i suoi profili social (Facebook, Twitter, Google+, Linkedind), con l'obiettivo di interrompere il digiuno ad aprile del prossimo anno.
"La social network dipendenza è una nuova patologia e coinvolge la sfera psichica ed emotiva - spiega Di Frenna - voglio dimostrare che si può vivere senza social network, dando più spazio alle  relazioni dirette e personali". Netidipendenza Onlus riceve molte segnalazioni di mamme preoccupate dal fatto che i loro figli trascorrono molto tempo con Facebook o Twitter. "Di recente una dirigente di una importante azienda - prosegue Di Frenna - ha chiesto  la nostra consulenza perché il figlio sedicenne passa tutto il tempo a chattare, usando contemporaneamente il pc e il cellulare".
Ma il problema non riguarda solo i giovanissimi: "Un ex dipendente di una compagnia aerea invece trascorre tutto il giorno a postare foto sul suo profilo Facebook, e i suoi amici si sono rivolti a noi per sapere come aiutarlo a uscire dal tunnel della solitudine digitale. E' un problema serio: i giovani sono i soggetti più esposti e dovrebbe far riflettere la recente notizia che due studenti del Massachusetts Institute of Technology hanno ideato un dispositivo che trasmette una scarica elettrica ogni volta che trascorrono troppe ore sul social network".  (Adnkronos)