TELECOM DRIBBLA MOODY'S COL BRASILE,OK GOLDEN POWER

In borsa +6%, gruppo nega processo vendita controllata

Telecom dribbla Moody's e corre con Tim Brasil mentre dal Consiglio dei Ministri arriva il primo ok agli schemi dei tre decreti delegati che consentiranno in futuro di rendere operativa la cosiddetta golden power sulle reti di tipo strategico, come quelle delle telecomunicazioni. Il via
libera ha riguardato il solo quadro normativo mentre il ministro dell'Economia, Fabrizio Saccomanni, rispondendo alle domande dei giornalisti ha affermato che del tema non si è parlato nel corso del Consiglio. In pratica è stata data solo approvazione al quadro normativo senza decidere se attivarlo sulla società che al momento possiede la rete delle telecomunicazioni italiane.
La giornata finanziaria ha però messo l'accento su altre notizie. Il taglio del rating a 'junk', che porta il gruppo di tlc allo stesso livello di un altro nome italiano come Fiat, è accolto senza scosse in Borsa dove il titolo sbanda solo in avvio. Poi il ritorno di ipotesi sulla vendita di Tim Brasil, col rilancio di una cifra di almeno 10 miliardi euro attesa dall'eventuale cessione del 67% detenuto nella società sudamericana, mette le ali al titolo. Telecom conclude in rialzo del 6,24% a 0,65 euro tra forti scambi (300 milioni di pezzi passati di mano) mentre a San Paolo Tim Partecipacoes guadagna il 10 per cento. Ieri, a fine giornata la società è intervenuta con una nota nella quale ha affermato che “non è in corso alcun processo formale o informale per la cessione della propria partecipazione” nella controllata di Rio de Janeiro.
Nel frattempo il governo non ha approvato il decreto applicativo che estende anche alle comunicazioni i poteri speciali definendo la rete di tlc 'asset strategico'. Il cdm sulla manovra per rientrare negli obiettivi di deficit al 3%, ha spiegato il ministro dell'economia Saccomanni, non ha affrontato il tema della golden power “ma si è concentrato sul decreto correttivo del deficit”.
Gli occhi sono ora puntati al 7 novembre quando al Cda l'a.d Marco Patuano oltre alla trimestrale, porterà il piano industriale con le strategie anche per l'America Latina. E l'idea che prevale ora è che, con l'uscita di Franco Bernabè a seguito del rafforzamento di Telefonica nel'azionariato, la possibilità di far cassa con la cessione delle attività brasiliane sia più concreta di quella di un aumento di capitale. Al board del prossimo mese guardano anche S&P e Fitch, che restano alla finestra in attesa di indicazioni dall'appuntamento del 7 per decidere se declassare, a loro volta, il merito del debito di Telecom. Moody's ha agito prima e giustifica la fretta osservando che, a questo punto, nulla potrebbe migliorare nel breve termine i risultati di Telecom. Per evitare che il rapporto debito/ebitda peggiori a fine anno, una delle carte a disposizione è la vendita del Brasile ma il miglioramento che ne deriverebbe non sarebbe importante mentre “Telecom perderebbe la diversificazione nazionale che mitiga la pressione del domestico”. E in Italia, secondo Moody's, bisognerebbe dire basta alla guerra sui prezzi. Lo spinoff della rete invece avrebbe “un impatto neutro e danneggerebbe uno dei fattori che differenziano positivamente Telecom dai competitor. Sarebbe positivo solo se con l'operazione ricevesse una notevole quantità di denaro da utilizzare interamente per ridurre il debito e se contribuisse a migliorare notevolmente il quadro normativo”. (Ansa)