PRIVACY: GLI ITALIANI TEMONO IL WEB, IL 93% HA PAURA DELLE VIOLAZIONI
Indagine Censis, il 53,9% vuole normative più severe

Tutti sul web ma con la paura che siano sottratti i propri dati sensibili e in generale violata la propria privacy. Un'indagine del Censis sul "Valore della privacy nell'epoca della personalizzazione dei media", presentato oggi a Roma, mostra che il 93% di chi usa la Rete teme che la propria privacy possa essere violata online, anche se solamente il 32,1% ha effettivamente subito conseguenze negative dalla 'navigazione' virtuale. Un'indagine - si sottolinea - di particolare significato, perché condotta su un campione rappresentativo della popolazione, al cui interno la quota di utenti di Internet è pari al 63,5%.
“I timori riguardano, in particolare -si legge nell'indagine - la memorizzazione delle parole inserite nei motori di ricerca, la tracciatura dei percorsi di navigazione, la profilazione degli utenti a scopi commerciali o politici. I social network, in aggiunta, sono gigantesche banche dati che raccolgono automaticamente i dati sugli utenti e possono rivenderli alle agenzie di pubblicità come informazioni sui consumatori per effettuare il marketing diretto e applicare i metodi del 'behavioral advertising', vista la tendenziale coincidenza del sé reale, il consumatore, con il sé digitale, l'utente di Internet”.
Elevatissima, oltretutto, la percentuale di coloro che credono nell'inviolabilità della propria sfera privata: il 96,2%; così come quella, 70,7%, di coloro che invocano il 'diritto all'oblio', cioè la possibilità di cancellare, anche a distanza di anni, dagli archivi online il materiale che può risultare sconveniente o dannoso; mentre il 53,9% ritiene "necessaria una maggiore dose di severità, anche mediante l'introduzione di sanzioni in presenza di eventuali violazioni e la possibilità di rimuovere dal web eventuali contenuti sgraditi".
Malgrado il crescente timore (il Censis prende a esempio la Gran Bretagna, dove la quota di cittadini online che hanno preso coscienza del 'lato oscuro' della rete è passata in pochi anni dal 70 al 94%) solo il 40,8% degli utenti di Internet adotta almeno una tra le misure fondamentali per la salvaguardia della propria identità digitale (limitazione dei cookies, personalizzazione delle impostazioni di visibilità dei social network, navigazione anonima).
Il 36,7% non adotta, invece, nessuna misura, mentre il 22,5% si limita a forme passive di autotutela che implicano forme di rinuncia al servizio. Oltre otto italiani su dieci si dicono convinti che su Internet sia “meglio non lasciare tracce” (l'83,6%), pensano che fornire i propri dati personali sul web sia pericoloso “perché espone al rischio di truffe” (l'82,4%), ritengono che comunque “molti siti web estorcono i dati personali senza che ce ne accorgiamo” (83,3%). Secondo il 76,8%, inoltre, usare la carta di credito per effettuare acquisti online è sempre un rischio.
Secondo il Censis i rapidi cambiamenti degli ultimi anni "sembrano non essere stati pienamente assimilati, soprattutto da determinate fasce della popolazione. Gli atteggiamenti prevalenti appaiono improntati all'apprensione, cui corrisponde tuttavia un deficit di attenzione. La capacità di controllo degli strumenti attualmente disponibili per difendere la privacy è modesta e il vero motore per garantire l'equilibrio nelle relazioni sociali èla fiducia".
Infatti il 40% dichiara di "essere disposto ad autorizzare il trattamento dei propri dati personali soltanto ai soggetti di cui si fida, sulla base di una sostanziale condivisione delle finalità di utilizzo. Quasi il 30% sostiene invece di non essere propenso a farlo a nessuna condizione e il 17,3%, per contro, si dice pronto ad autorizzarne l'impiego senza particolari difficoltà. E' residuale la quota di chi si mostra consapevolmente interessato a utilizzare i dati personali come moneta di scambio per ricevere quale contropartita la possibilità di accedere gratuitamente a determinati servizi (7,5%) o di ottenere una qualche forma di compenso economico (5,2%)".
L'indagine del Censis, effettuata con il contributo della Fondazione Banco di Sardegna e della Fondazione Cariplo, arriva infine a stimare la disponibilità di spesa per difendere la propria privacy online, rapportata ai cittadini italiani utenti di Internet , pari a 19,20 euro procapite/anno, complessivamente 590 milioni di euro all'anno. (Adnkronos)