Digitale Terrestre: tutti i gruppi consiliari della Regione Marche a difesa dell’emittenza locale

I Capigruppo consiliari del Consiglio Regionale ed i componenti della I Commissione Assembleare Permanente dell’Assemblea legislativa delle Marche hanno presentato congiuntamente una mozione per difendere le tv locali e il pluralismo dell’informazione in relazione all’assegnazione delle frequenze per il passaggio al Digitale Terrestre

Sono quindici ed in rappresentanza di tutti i gruppi politici le firme a sostegno della mozione sul Digitale Terrestre scaturita dalla riunione della I Commissione assembleare permanente dell’Assemblea legislativa delle Marche che ha approfondito le problematiche legate al passaggio dalla tecnologia analogica a quella digitale terrestre per le emittenti marchigiane.

Queste ampie adesioni, coinvolgendo tutti i gruppi consiliari, testimoniano l’universalità dell’interesse in gioco: difendere l’emittenza locale e il pluralismo dell’informazione dalle difficoltà legate alle scelte operate con il PNAF (Piano Nazionale Assegnazione Frequenze) che minacciano la libertà di impresa delle emittenti locali. Sottoscrittori della mozione sono, per la I Commissione, Rosalba Ortenzi (PD), Paolo Perazzoli (PD), Gino Traversini (PD), Paola Giorgi (IdV) e per i gruppi consiliari i capigruppo Raffaele Bucciarelli (FdS), Mirco Ricci (PD), Dino Latini (ApI), Massimo Binci (SEL), Paolo Eusebi (IdV), Maura Malaspina (UdC), Moreno Pieroni (Alleanza Riformista), Adriano Cardogna (Verdi), Francesco Massi (PdL), Enzo Marangoni (Lega Nord), Erminio Marinelli (Per le Marche).

Una mozione che prende le mosse dall’audizione del Presidente del Corecom Marche, Marco Moruzzi, tenuta lo scorso 13 settembre proprio in sede di I Commissione. In quell’occasione, Moruzzi ha delineato il quadro tecnico della situazione del passaggio al digitale terrestre, mettendo in rilievo le criticità del PNAF (approvato lo scorso 15 giugno dall’Agcom con Delibera 300/10/CONS) per l’emittenza locale e le gravissime ricadute negative in termini occupazionali in caso di oscuramento delle tv locali. In particolare, Moruzzi ha sottolineato come il Piano abbia destinato alle emittenti nazionali 25 frequenze “libere” – quelle cioè assegnate, in base ad accordi internazionali, all’Italia – prevedendo per le televisioni locali almeno 13 frequenze (non ancora definite, ndr) per ogni area tecnica, individuate in quelle già in uso ad altri Paesi esteri (Slovenia, Croazia, Bosnia, Albania, Montenegro), con il conseguente rischio di interferenza tra segnali italiani ed esteri.

Ciò che emerge, dunque, è la mancanza di garanzie per le emittenti locali sulla reale disponibilità delle frequenze digitali e sul loro effettivo utilizzo, con la possibilità di conseguenze deleterie non solo per le stesse emittenti, ma anche per il tessuto economico e sociale, dal momento che le televisioni locali rappresentano un importante patrimonio per l’identità culturale ed economica della Regione.

Proprio in mancanza di tali garanzie l’emittente marchigiana Tv Centro Marche ha presentato nei giorni scorsi un ricorso al TAR Lazio per annullare la Delibera dell’Agcom di approvazione del PNAF, sulla scorta di quanto già fatto in Veneto dall’emittente Rete Veneta e da altre emittenti delle Regioni che si affacciano sull’Adriatico; anche altre emittenti locali marchigiane stanno seguendo la stessa strada.

Intanto, anche la Giunta Regionale si è attivata sul fronte della Conferenza Stato – Regioni, dove ha concorso alla stesura e all’approvazione di un documento contenente la richiesta di un tavolo tecnico delle Regioni adriatiche e un confronto immediato con Agcom e Governo su queste criticità.

Sulla vicenda è tornato ad esprimersi Marco Moruzzi, Presidente del Corecom Marche, che ha rilevato come “i massimi livelli istituzionali regionali hanno evidenziato grande interesse e sensibilità rispetto a questa importante problematica, purtroppo al momento permane un atteggiamento elusivo a livello centrale che spero venga rapidamente superato”.

La proposta della I Commissione, che in tempi brevi si prevede sarà discussa in sede di Consiglio Regionale, rappresenta comunque un ulteriore passo che la Regione Marche ha voluto fare verso la tutela delle emittenti televisive locali, dei cittadini e del territorio.