AGCOM: NO A COSTI AGGIUNTIVI PER IL RECESSO

Nessun costo aggiuntivo per i consumatori. In occasione di un’audizione al Senato, Angelo Cardani, presidente dell’Agcom, ha lanciato un messaggio chiaro a proposito delle nuove norme sulla telefonia contenute nel “ddl concorrenza” che possono far lievitare i costi a carico dell’utente finale senza che vi sia una reale giustificazione

In occasione di un’audizione al Senato,  il presidente dell’Agcom Angelo Cardani ha lanciato un messaggio chiaro a proposito delle nuove norme riguardanti la telefonia, contenute nel "ddl concorrenza" che possono far lievitare i costi a carico dell’utente finale senza che vi sia una reale giustificazione.

Dopo essere stato approvato alla Camera, il testo è ora in discussione al Senato.

Massima attenzione è rivolta in particolare all'art.18, ovvero la norma che dovrebbe favorire la mobilità del consumatore e che, accanto a soluzioni che alleggeriscono l’iter burocratico in caso di cambio di contratto tv o di telefonia, nasconderebbe dei costi aggiuntivi non meglio specificati alla voce "onere", rispetto alle spese sostenute dall’operatore.
La norma, dunque, di fatto lascerebbe all’operatore la possibilità di fissare a propria discrezione, il costo del recesso e del cambio di fornitore.
 
Secondo Cardani, una soluzione del genere sarebbe inaccettabile perché il costo del recesso e del cambio operatore "dovrebbe essere allineato ai costi sostanziali sopportati dall'operatore disdettato, garantendo l’equità dell’onere economico gravante sull’utente”.
Per garantire certezza dei costi ed evitare qualsiasi dubbio interpretativo, dunque, la norma che si vuole introdurre deve essere chiara nel prevedere la sola voce “spese”, eliminando il generico riferimento ad ulteriori oneri .
 
Positive, invece, altre novità contenute nella normativa in arrivo tra cui la maggiore trasparenza  delle condizioni contrattuali (con l’obbligo di informare il potenziale cliente sulle modalità di recesso ed i relativi costi fin dalla fase della pubblicizzazione dell’offerta) e l’introduzione dell’obbligo (a carico degli operatori) di comunicare all'Agcom i costi di disdetta e recesso, con le singole voci e la rispettiva giustificazione economica.