EDITORIA: AGCOM, È CRISI PER I MEDIA “CLASSICI”, INTERNET CRESCE, BENE PAY TV
In 5 anni quotidiani, tv, radio hanno perso quasi 2 mld di ricavi

E' crisi per i mezzi classici del mondo dell'informazione mentre Internet ha ricavi in crescita ma con una incidenza ancora relativa rispetto alla 'torta' complessiva. Il quadro emerge dall'Indagine conoscitiva condotta dall'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni su “Informazione e internet in Italia. Modelli di business, consumi, professioni” presentata oggi al Senato.
Nell'ultimo quinquennio, si è assistito a una progressiva riduzione in termini di ricavi del settore dell'informazione: i media 'classici' (quotidiani, tv, radio) hanno complessivamente perso quasi 2 miliardi di euro. Il 2010 è stato l'ultimo anno di crescita del settore nel suo complesso, per quanto riguarda tutti i segmenti classici dell'informazione.
Internet complessivamente, invece, è l'unico mezzo che mostra un andamento distonico rispetto agli altri, esibendo ricavi in crescita, anche se la sua incidenza sui ricavi complessivi rimane ancora oggi relativa (pari a circa il 15%). Viceversa, emerge con “drammatica evidenza”, si legge nell'Indagine, la crisi strutturale che sta attraversando il mondo dell'editoria quotidiana che dal 2009 ad oggi ha perso oltre 1 miliardo di euro di ricavi (- 35%).
Le risorse economiche alla base dei mezzi attraverso cui ci si informa in Italia presentano un andamento costantemente decrescente a partire dal 2010. In particolare, i mezzi classici hanno subito cali sempre più consistenti, presentando una riduzione media pari al 16% nel periodo 2010-2014, con punte superiori al 30% nel caso della contrazione subita dai quotidiani (cartacei).
L'unico mezzo tradizionale che ha saputo affrontare più solidamente la crisi del settore, in quanto meno legato alla componente pubblicitaria (che presenta un andamento ciclico) è la televisione a pagamento (circa +5% a fronte del -15% della tv gratuita).
Di contro, Internet ha manifestato un andamento positivo - nei primi anni particolarmente vivace, poi decisamente più modesto - ma comunque non in grado di contrastare una contrazione del settore nel suo complesso, che mostra una riduzione media superiore all'8%.
“L'effervescenza del mondo digitale - sottolinea lo studio - non si traduce ancora in una valida e sostenibile alternativa nella struttura dei ricavi a sostegno dell'informazione”. (AdnKronos)