TV: CARDANI (AGCOM) RIPENSARE REGOLE PER ECOSISTEMA DIGITALE

Assicurare concorrenza e tutela degli utenti

Il nuovo “ecosistema digitale”, con la forte ascesa di Internet, della pay tv, della fruizione multiscreen, dell'avvento di soggetti come Netflix, si presenta come “complesso” e “ancora instabile”: le regole, quindi, “vanno ripensate per consentire di raggiungere un equilibrio flessibile che garantisca la crescita complessiva del sistema attraverso dinamiche concorrenziali improntate alla fair competition, nonché strumenti e politiche di tutela del cittadino/utente”. E' quanto si legge nella relazione del presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani, ascoltato in audizione dalla Commissione Trasporti della Camera.
“Ciò comporta - ha proseguito Cardani - l'esigenza di sciogliere alcuni nodi della regolazione per addivenire ad una piena convergenza e ad una piena concorrenza del nuovo mondo digitale”. Tra le criticità individuate dall'ente di regolamentazione c'è quella relativa a una tendenziale omogeneità di regole cui sottoporre gli Over the top (ad esempio Google o Youtube) e i broadcaster tradizionali, allorché essi competono sui medesimi mercati (pubblicità, utenti, diritti tv), perché “quando soggetti differenti, sottoposti a regole diverse, competono sugli stessi mercati, vi è il serio rischio di un'alterazione della concorrenza”.
Pertanto è “matura una riflessione sulla esigenza di interventi proporzionati, finalizzati ad applicare ai differenti mezzi trasmissivi le tutele minime del settore audiovisivo, con particolare riferimento alle esigenza di tutela di specifici interessi (minori e consumatori in particolare) ed alla promozione della cultura e dell'identità europea”. Dall'altro, “ribadisco l'esigenza di rimodulare gli strumenti normativi allo scopo di impedire asimmetrie tra operatori e garantire le migliori condizioni di competitività e concorrenza”.
Un altro punto da affrontare è il rischio di discriminazione nell'accesso ai contenuti, in particolare in relazione alle smart-Tv, e la necessità di aggiornare il concetto di “responsabilità editoriale”. Secondo Cardani, insomma, “è evidente che il nuovo ecosistema digitale e la sua complessità non possono essere governati secondo le regole e gli schemi propri della realtà analogica ma la maggior parte delle questioni elencate non può essere risolta in autonomia dal regolatore ma deve trovare soluzione nel quadro normativo primario e, in primis, a livello europeo”. (ANSA)