COSTITUZIONE PER INTERNET E DIRITTO DI ACCESSO PER TUTTI
Al Senato comincia l'iter del Ddl e alla Camera al via la consultazione pubblica

Parte a Palazzo Madama l'iter del disegno di legge sull'accesso per tutti sul web. Il dibattito mira a definire il nuovo rapporto delle persone con la rete dal punto di vista del riconoscimento giuridico formale. In questo senso Camera e Senato si stanno muovendo su piani diversi, di principio e normativi.
Se a palazzo Madama è stato inserito nel calendario dei lavori un ddl costituzionale sul diritto di accesso a internet, a Montecitorio è stata insediata una speciale commissione, presieduta da Stefano Rodotà e fortemente promossa dalla presidente Laura Boldrini per una Dichiarazione dei diritti di Internet, una sorta di Carta fondamentale della rete. Da oggi, sul sito della Camera, parte la consultazione pubblica per creare, con il contributo di chi vi parteciperà, una bozza di documento. Il testo prodotto verrà presentato nel corso della riunione interparlamentare sui diritti fondamentali, in programma alla Camera oggi e domani, che vedrà la partecipazione dei Parlamenti di tutti e 28 gli Stati membri dell'Ue. L'idea di base, si legge in una nota ufficiale, è che “è riduttivo e improprio considerare internet uno dei vari media quando in realtà è una dimensione essenziale per il presente e il futuro delle nostre società; una dimensione diventata in poco tempo un immenso spazio di libertà, di crescita, di scambio e di conoscenza”.
Nell'altro ramo del Parlamento, nel frattempo, l'ufficio di presidenza della Commissione Affari costituzionali, guidata da Anna Finocchiaro, ha integrato l'ordine del giorno dell'organismo con l'esame di un disegno di legge costituzionale presentato dal senatore Francesco Campanella: “Introduzione dell'articolo 34-bis della Costituzione, recante disposizioni volte al riconoscimento del diritto di accesso ad Internet”. Un articolo che si inserisce nel Titolo II della Carta, quello sui rapporti etico-sociale. L'art.34 riguarda il diritto all'istruzione. L'art.34-bis proposto da Campanella ne segue la falsariga, declinandolo sotto il profilo web: “Tutti hanno eguale diritto di accedere alla rete internet, in modo neutrale, in condizione di parità e con modalità tecnologicamente adeguate. La Repubblica promuove le condizioni che rendono effettivo l'accesso alla rete internet come luogo ove si svolge la personalità umana, si esercitano i diritti e si adempiono i doveri di solidarietà politica, economica e sociale”.
Per il senatore Campanella non ci sono dubbi: “In quanto diritto sociale, il diritto di accesso ad internet può essere definito come la pretesa dei cittadini nei confronti dello Stato perché provveda a coprire, diffusamente e omogeneamente, il territorio nazionale con la banda larga in modo da permettere al pretendente, ovunque risieda e a un prezzo contingentato e omogeneo sul territorio nazionale, di navigare in rete alla velocità idonea per esercitare on line i propri diritti, adempiere i propri doveri e usufruire degli innumerevoli servizi fruibili tramite la Rete”. (Adnkronos)