COPIA PRIVATA: DOPO DECRETO APPLE ITALIA AUMENTA PREZZI ED E' POLEMICA
Franceschini, 'sono indignato'; sindacati Siae 'vergogna'

Dopo la pubblicazione del decreto che aggiorna le tariffe per l'equo compenso nella copia privata firmato dal ministro Franceschini, Apple Italia ha aumentato i prezzi di iPhone, iPad e Mac e di tutti gli altri dispositivi. Lo conferma l'ufficio stampa dell'azienda precisando che i prezzi dei dispositivi sono stati adeguati alle nuove tariffe per il copyright previste dal decreto.
4,76 euro in più su un iPhone 5s da 32 Gb, 3,54 euro in più su un iPad, sempre da 32 Gb. Annunciati e minacciati per mesi dal fronte dei produttori, alla fine i temuti aumenti sono scattati. E' ora prevedibile che dopo Apple anche le altre aziende seguano la scia. E sul web impazza la polemica, con tanti che rinfacciano al ministro di aver sostenuto che l'aumento delle tariffe per il compenso agli autori non si sarebbe riversato sui consumatori. Mentre Franceschini rilancia, dicendosi “allibito per non dire indignato” e dalla Siae, dove si stanno studiando reazioni e un consiglio di gestione è stato convocato per stamattina, i sindacati gridano alla vergogna. Per il presidente di Confindustria digitale Elio Catania l'aumento dei prezzi arrivato era di fatto scontato e la mossa di Apple una “prevedibile reazione da parte delle imprese a fronte di una imposizione del tutto ingiustificata”. Franceschini però non ci sta. Quello deciso da Apple, sostiene il ministro, è un “aumento puramente ritorsivo nei confronti dei loro clienti italiani”. E a dimostrarlo, dice, ci sono i prezzi degli iPhone nei diversi Paesi europei, basta guardare a quelli, sottolinea, “per capire che l'aumento della copia privata non c'entra nulla”. Il ministro snocciola le cifre: “in Francia un iPhone 5s da 16 Gb costa 709 euro a fronte di un tariffa per copia privata di 8 euro, in Germania 699 con una copia privata di 36 euro, in Italia 732,78 euro ora che la copia privata è a 4 euro mentre era a 729 euro con la copia privata a 0,90”. Insomma, allarga le braccia Franceschini, “scaricano sui soli consumatori italiani il legittimo compenso dovuto agli autori pur di non ridurre lievemente il loro margine di guadagno. Che altro dire?”. (ANSA)