PAR CONDICIO: PER CARDANI (AGCOM) NECESSARIE NUOVE REGOLE

Fico, Parlamento produca legislazione a passo con i tempi

L'evoluzione tecnologica e l'avvento di nuovi canali informativi “rendono complessa l'attività di verifica sulla par condicio svolta secondo i canoni tradizionali”, in particolar modo per l'assenza “di parametri di valutazione che allo stato esistono solo per i programmi di comunicazione politica”. Lo ha affermato il presidente dell'Agcom, Angelo Marcello Cardani, in audizione in Commissione di Vigilanza Rai, dove ha illustrato lo schema di regolamento sulla par condicio in periodo non elettorale approvato dall'Autorità e sottoposto poi a consultazione, attraverso le audizioni di emettenti, associazioni e Corecom.
“Contiamo - ha proseguito Cardani - di ricevere un'ulteriore gamma di osservazioni per arrivare a una conclusione, poi passeremo alla fase più complessa che è quella elettorale. La nostra speranza è che il Parlamento nel frattempo si faccia carico di un riesame dell'intera materia. Se voi commissari vi faceste alfieri di una revisione dell'intera materia, il fatto di avere un nocciolo duro sulla tv pubblica, ci permetterebbe di rivedere le norme sulla tv in generale e sugli altri mezzi che fanno concorrenza alla tv, come internet”.
“E' molto complesso – ha spiegato Cardani - entrare nel mondo di Internet , che è oggettivamente visto con una sensibilità particolare da una fetta ampia del pubblico. Il momento deve venire e verrà in cui bisognerà entrare in Internet con una normativa che si occupi non solo della par condicio, ma di tutta una serie di altri temi che riguardano la concorrenza non dico sleale ma diversa che fa internet”. Il presidente della Commissione, Roberto Fico, ha annunciato che la Commissione di Vigilanza lavorerà ad una delibera sulla par condicio. “Se non andiamo però a intaccare la legge sulla par condicio - ha aggiunto - non riusciamo a uscire da questa situazione, dobbiamo dare uno stimolo nuovo al Parlamento. Il problema va in profondità, parliamo di conflitto di interesse, di antitrust, di libertà di informazione. Il Parlamento per questo deve riuscire a produrre una legislazione nuova al passo con i tempi”. (ANSA)