PROGETTO “LIBERI IN RETE”

Il progetto del Corecom datato 2017 denominato “Liberi in rete” ha raggiunto i primi risultati nel corso dell’anno 2021. Le Università marchigiane aderenti sono state: Università degli studi di Macerata – Area per la didattica, l’orientamento e i servizi agli studenti; Università di Urbino- Dipartimento di Scienze della Comunicazione- Studi umanistici e internazionali e Università politecnica delle Marche- Facoltà di Ingegneria informatica.

Il progetto del Corecom datato 2017 denominato “Liberi in rete” ha raggiunto i primi risultati nel corso dell’anno 2021. Le Università marchigiane aderenti sono state: Università degli studi di Macerata – Area per la didattica, l’orientamento e i servizi agli studenti; Università di Urbino- Dipartimento di Scienze della Comunicazione- Studi umanistici e internazionali e Università politecnica delle Marche- Facoltà di Ingegneria informatica.

L’università di Macerata ha bandito un concorso tra studenti e lo studente Ferruccio Mirco ha ottenuto la borsa di studio ed elaborato la tesina dal titolo “Progetto “Liberi in rete” - Corecom Marche 2020/2021, pubblicata sul sito.

Lo studio è stato condotto su un centinaio di studenti di scuola secondaria di secondo grado. Dall’elaborato emerge che il 53,4% dei giovani osservati trascorre da 1 a 3 ore al giorno sui social, il 27,4% ne trascorre da 4 a 6; l’11% meno di un’ora; l’8,2% trascorre più di 6 ore al giorno sui social. Inoltre, il 37% degli studenti ha subito almeno una volta insulti sui social; le ragazze hanno dichiarato di essere state vittime di atti di cyberbullismo con maggiore frequenza rispetto ai ragazzi. Il 52% degli studenti dichiara di non aver mai parlato o chiesto aiuto a genitori, familiari o amici dopo aver subito atti di cyberbullismo. Il 64,4 % degli studenti ritiene che anche i professori possano subire atti di cyberbullismo. La maggior parte degli studenti cui sono stati sottoposti i test ritiene molto importante l’intervento di psicologi ed esperti nell’affrontare episodi di cyberbullismo sia per quanto attiene al sostegno della vittima sia per quanto riguarda un percorso di affiancamento e “recupero” dell’autore della condotta violenta.

L’UniUrb ha presentato i primi dati provenienti da una raccolta realizzata su un campione di alcune centinaia di studenti della scuola primaria e secondaria di primo grado della provincia di Pesaro-Urbino (periodo 2019-2020 pre-pandemia).

Il lavoro ha analizzato il livello quantitativo di esposizione alla rete e in particolare ai social network, soprattutto tra gli studenti della scuola primaria, cui i principali social network sarebbero preclusi dalle policy aziendali e dalle raccomandazioni del Garante privacy italiano. Ai livelli di esposizione all’attività in rete sono stati commisurati i comportamenti aggressivi e, comunque, connotati da negatività ed odio sociale. Altresì sono stati commisurate le condotte “positive” e comunque pro-sociali (mediatori, compassionevoli etc.) nonché la quantità di esposizione, la presenza e la reazione “on line” della vittima. Gli studi hanno evidenziato che a un prolungato tempo di esposizione “on line”, si associavano e/o conseguivano comportamenti antisociali, laddove i giovani sotto-esposti all’attività in rete erano più propensi a comportamenti pro-sociali e/o di mediazione nel conflitto. Anche i livelli di esposizione “on-line” delle vittime sono risultati bassi e comunque nettamente inferiori a quelli degli “attori” e dei “sostenitori” degli atti di bullismo. L’Università ha dichiarato non ancora concluse l’elaborazione statistica definitiva e la successiva interpretazione.

L’Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Ingegneria Informatica ha analizzato il fenomeno del cyberbullismo su un campione di alcune centinaia di studenti di scuola secondaria di secondo grado (periodi pre e post-pandemia). Ha altresì effettuato uno studio sui parametri da utilizzare per la “scansione” del web mediante la c.d. “machine learning” partendo dal presupposto -poi verificato- che il rilevamento automatico e la prevenzione degli atti di bullismo possono aiutare sostanzialmente ad affrontare il problema.

L’attività di ricerca svolta da UnivPM ha avuto ad oggetto i segnali di cyberbullismo e di influenze “social” mediante il recupero, sulla base di criteri di “tracking” dei post immessi dagli adolescenti, dei principali canali social (ad es. gli input dinamici da parte degli utenti dei più diffusi social network) attraverso un’attività di “crawling” delle pagine web e successivamente una loro implementazione con uno specifico modulo. I “post” sono stati organizzati su “storage” e indicizzati su “data base”. In questo modo è stato possibile, da un’unica interfaccia API, estrarre dati grezzi, in formato standard, per ulteriori analisi e derivarne “Key Performance Indicators” per la visualizzazione su cruscotto digitale e come strumento di analisi di dati.

L’attività di ricerca in rete è partita dalla raccolta dei dati (dati dei social media, di “web crawling”, di “data storage”, di dati testuali e di location), cui è seguita l’analisi tramite “Key Performance Indicators” e la “comprensione” attraverso l’intelligenza artificiale. I dati sono stati analizzati secondo metriche rielaborate e standardizzate sulla base degli strumenti di analisi attualmente diffusi. Quelle prese in considerazione sono state di carattere quantitativo (es.: volume, “reach”, numero e variazione delle persone coinvolte, ripetitività degli stessi contenuti multimediali etc.) e qualitativo (es.: “sentiment”, “influencer”, “engagement”, etc.). Sono stati valutati dati relativi agli elementi visuali ma anche compresi i significati dei testi inclusi nelle immagini.

Per illustrare agli studenti questi ultimi dati e ricerche, nell’ambito del Programma Corecom e in seno al Progetto R.E.D. denominato “Villaggio Digitale”, in data 1.12.2021 si sono incontrati in videoconferenza gli studenti dell’Istituto “Einstein Nebbia” di Loreto e I.P.S.I.A. di Civitanova Marche. Sono intervenuti: il Prof. Marco Baldi e la ricercatrice Marina Paolanti, entrambi dell’Università Politecnica Marche e il Presidente Corecom Grucci. L’incontro, dal titolo “Strumenti di Intelligenza artificiale applicati ai Social Network”, ha illustrato alcuni degli aspetti della Intelligenza Artificiale, soprattutto in funzione della conoscenza e della prevenzione di fatti a valenza negativa. Gli studenti coinvolti hanno mostrato interesse e partecipazione.

Link al video dell’incontro: “Strumenti di Intelligenza artificiale applicati ai Social Network”

 
ALLEGATI: