Digitale terrestre - consigli per l'uso

DTT - CONSIGLI PER L’USO

1. COME ORIENTARSI NEL NUOVO SISTEMA TELEVISIVO

La transizione alla televisione digitale.

La transizione alla televisione digitale è il processo di passaggio dalla televisione analogica alla televisione digitale. Si tratta di una vera e propria rivoluzione nella tecnologia utilizzata per la telediffusione che, dalla fine del XX secolo, si sta realizzando in tutto il mondo. Il processo ha già interessato sia la televisione satellitare sia la televisione via cavo, dove però la transizione è avvenuta quasi in sordina in quanto queste due tipologie di televisione hanno una diffusione minoritaria rispetto alla televisione terrestre e sono utilizzate primariamente dalla pay TV, quindi da utenti abituati a "spendere" per i servizi televisivi e che perciò non si sono scoraggiati di fronte alla necessità di acquistare nuovi apparecchi in grado di ricevere la televisione digitale.

Per quanto riguarda la televisione terrestre, la transizione alla televisione digitale sta suscitando invece grande clamore e interesse politico perché è una tipologia di televisione utilizzata primariamente dalla televisione pubblica, quindi riguardante tutte le fasce sociali. In Italia, come nella maggior parte dei paesi europei, la data di spegnimento della storica televisione analogica terrestre è stata fissata al 31 dicembre del 2012.

Dal 2008 (nelle Marche è previsto per il primo semestre 2011) ha preso il via lo switch-off, lo spegnimento progressivo del segnale analogico in Italia, lascia il posto al digitale terrestre, un sistema che può aumentare i canali tv sulla stessa frequenza portante, che non risente di interferenze, ovvero dei disturbi di visione tipici dell’analogico e dovrebbe essere gratuito e semplice da installare: in realtà nasconde costi e problemi di visione.

“È facile da installare, non bisogna cambiare il televisore, non serve la parabola, si riceve dall’antenna del condominio, aumenta il numero dei canali e, soprattutto è gratis”. Con queste promesse la televisione digitale terrestre è diventata un obbligo di legge. Ma le premesse non rispecchiano esattamente la realtà dei fatti, è vero difatti che per poter vedere la televisione digitale la maggior parte degli impianti casalinghi non dovrà subire alcuna modifica. Soprattutto gli impianti singoli dovranno, nella peggiore delle ipotesi, subire un riorientamento delle antenne, il che sarebbe comunque richiesto in molte regioni a causa della diversa localizzazione dei siti di trasmissione. Alcuni impianti condominiali, in particolare quelli detti " canalizzati modulari ", dovranno invece essere aggiornati per poter ricevere nuove frequenze rispetto a quelle attualmente visualizzate. Lo scenario si riferisce ad impianti di recente realizzazione, per quelli più vecchi si dovrà procedere sicuramente al controllo della qualità conduttiva dei cavi ed eventualmente alla loro sostituzione.
Possedere un televisore a tubo catodico, plasma o lcd non è però sufficiente, saranno utilizzabili solamente quei televisori di recente fabbricazione che siano predisposti alla ricezione del segnale digitale, facilmente riconoscibili dal logo DGTVi, altrimenti occorrerà dotarsi del cosiddetto “decoder”.

Dal 2012 sarà spento il segnale analogico, questo lascerà il posto al nuovo segnale digitale, si riceveranno gli stessi canali di base, come le tre reti Rai, Mediaset, La7 e le tv locali, più altri gratuiti come ad esempio Rai Quattro. Ci saranno altri canali ma a pagamento.

2. PASSAGGIO AL DIGITALE

1° acquistare un decoder

Con il passaggio al digitale tutti i programmi televisivi saranno trasmessi esclusivamente nella nuova tecnologia e il loro segnale potrà essere ricevuto unicamente attraverso un decoder o un apparecchio televisivo con sintonizzatore digitale integrato. Difatti il segnale digitale per essere ricevuto ha bisogno di un apposito ricevitore che può essere integrato nel nostro televisore oppure no, in questo caso occorre munirsi di un “set top-box”, comunemente chiamato decoder, i decoder sono di due tipi quello “interattivo” e quello normale o “zapper”, quest’ultimo consente di vedere solamente canali non criptati.

Il decoder interattivo permette la visione di programmi non criptati (Rai, Canale 5, La7 ecc.) e criptati come eventi sportivi film e telefilm trasmessi all’interno di gruppi di programmi definiti “bouquet” o PPV (acronimo dall’inglese di “pay per view”) quali Mediaset Premium, Dahlia TV ed altre, utilizzando una tessera detta “smart card”.
Per questo tipo di apparecchio il Ministero dello Sviluppo Economico – Dipartimento per le Comunicazioni ha previsto un contributo di 50 euro per “l'acquisto o noleggio di un decoder digitale che consenta la fruizione diretta e senza restrizione dei contenuti e servizi in chiaro e che forniscano prestazioni di interattività, anche da remoto, attraverso interfacce di programmi (API) aperte e riconosciute tali, conformi alla normativa comunitaria. Il decoder deve essere supportato da un modem abilitato a sostenere, per tale tipo di accesso, la classe di velocità V90/V92, fino a 56 Kbits, ovvero una velocità almeno equivalente per le altre tecnologie trasmissive di collegamento alle reti pubbliche di telecomunicazioni”. (i requisiti sono stabiliti nella legge 266/2005, art.1, comma 572).
Maggiori informazioni sono reperibili sul sito del Ministero a questo indirizzo: http://decoder.comunicazioni.it/decoderInfoutili.shtml.

Gli apparecchi televisivi posti in commercio dall’aprile 2009 integrano per legge un decoder di tipo non interattivo ed offrono la possibilità di acquistare a parte una CAM un lettore di smart card per ricevere anche i canali criptati

2° Collegare l’antenna

Il decoder, che sia interattivo o no, va collegato al televisore tramite la presa scart e con il cavo dell’antenna, nel caso di decoder interattivo è possibile collegarlo alla linea telefonica per l’acquisto di prodotti o servizi.
Una volta acceso il decoder occorre attendere qualche minuto perché l’apparato si inizializzi ed esegua tutte le operazioni di auto-diagnosi, in questo periodo di tempo, a meno che l’apparecchio non disponga di effettuare alcune scelte, non va spento ne va utilizzato il telecomando.

3° iniziare a guardare la tv

A questo punto il decoder è pronto per essere utilizzato, ma cosa si vede? La visione può essere ottima e senza difetti, non occorre fare altro. Può invece verificarsi il caso che l’immagine si blocchi e riprenda dopo un paio di secondi e che questo inconveniente si verifichi frequentemente, che le immagini non abbiano movimenti fluidi ma il movimento avviene a scatti, oppure l’immagine sembra composta da grosse quadrettature o nella peggiore delle ipotesi appaia la scritta “assenza di segnale” o che non troviamo i canali che ci aspettiamo di vedere.
Cosa si deve fare.
Nelle prime ipotesi è probabile che l’antenna i cavi ed i partitori siano inadeguati, ovvero siano adatti per ricevere un segnale analogico seppur generando qualche disturbo ma non utilizzabili per il digitale, difatti se il segnale è troppo debole non è utilizzabile per la tv digitale, un guaio che si verifica quando gli impianti sono troppo vecchi, l’unica strada da seguire è un intervento di ammodernamento con costi variabili per dimensioni e tipologia degli impianti.
Nelle rimanenti ipotesi, ovvero che appaia la dicitura assenza di segnale o che si ricevano alcuni canali ed altri no, dipende dal fatto che non tutte le emittenti vengono trasmesse dallo stesso ripetitore o che la zona non abbia la “copertura”. Nella prima ipotesi occorre orientare l’antenna indirizzandola verso il ripetitore che invia il segnale di migliore qualità. In ogni caso è necessario l’intervento dell’antennista, chiaramente a pagamento. Per la seconda l’alternativa consiste nella ricezione satellitare del segnale, occorre dotarsi di un impianto per la ricezione satellitare (parabola) ed acquistare un decoder DVB-S il tutto a pagamento, ed una smart card Tivù Sat la cui fruizione è gratuita ma con un costo di attivazione pari al costo della chiamata al call-center.


MB