TELECOM: ASATI, SERVE POLITICA PER SOSTENERE INVESTIMENTI

Lettera a Letta e Agcom, gruppo rischia diventare preda

“Telecom è l'unico operatore che può sviluppare in Italia la rete a banda ultra larga ma serve una politica regolamentare che renda i suoi investimenti sostenibili o il rischio è che Telecom stessa diventi preda di altri gruppi. E' quanto scrive l'Asati, l'Associazione Azionisti Telecom Italia, in una lettera al presidente del Consiglio Enrico Letta, ricollegandosi al tema delle delibere dell'Agcom sui prezzi della Rete di accesso in rame e chiedendo all'Authority di allinearsi alle indicazioni della Ue attraverso la modifica del provvedimento. Asati si rivolge all'Agcom e ricorda “tono e contenuti, davvero molto severi, della lettera della Commissione” e teme che “in caso di una decisione finale dell'Autorità che confermi sostanzialmente i provvedimenti notificati potrebbe anche essere avviata una procedura d'infrazione, innanzi alla Corte di Giustizia europea, contro l'Italia” “Un lungo braccio di ferro con la Commissione e con il BEREC (Organismo dei regolatori europei delle comunicazioni elettroniche) contribuirebbe, infatti, ad accrescere lo stato d'incertezza nel mercato delle telecomunicazioni nazionali, che è uno dei principali addebiti mossi dalla Commissione alla nostra Autorità”.
Per lo sviluppo della rete a banda ultra larga l'unica via secondo Asati è quella “di adottare una politica regolamentare mirata a rendere effettivamente sostenibili gli investimenti dell'operatore storico nell'ammodernamento dell'unica rete di accesso, quella di Telecom Italia”. “Telecom - prosegue Asati - rappresenta oggi l'unico operatore in grado di garantire al Paese una celere e concreta trasformazione della rete di accesso, dal rame alla fibra, in linea con gli sfidanti obiettivi infrastrutturali posti dall'Agenda Digitale. Altri operatori internazionali del settore favoriti da una politica regolamentare nazionale più lungimirante e intelligente - conclude Asati - oggi vanno in giro per il mondo a fare shopping di aziende in crisi e non vorremmo che proprio Telecom a breve  sia preda di uno di loro come ultimo e non rifiutabile approdo”.