PRIMA INIZIATIVA CONGIUNTA IN ITALIA DEI CORECOM DI MARCHE E UMBRIA PER LA TUTELA DEI MINORI

Presentato questa mattina a Perugia "INSIEME PER UNA VITA A COLORI", lo spot prodotto dal Comitato Regionale per le Comunicazioni delle Marche che invita i genitori ad accompagnare i figli nella visione della tv e nella navigazione in rete, ora protagonista della compagna televisiva del Comitato umbro
Un momento della manifestazione

PERUGIA, 13 luglio 2009 – Il 42% degli adolescenti naviga tutti i giorni su internet ed il 60% di essi lo fa da una a tre ore al giorno, mentre il 90% desidera le cose che vede nella pubblicità. Partendo da questi dati il Corecom Marche, in collaborazione con il Corecom Umbria, ha deciso di instaurare una fase nuova nel controllo e nel monitoraggio dei media, che sappia andare oltre l’aspetto sanzionatorio per arrivare a fare prevenzione, con la collaborazione di chi è principalmente preposto alla tutela dei minori, a cominciare dalle famiglie.

È principalmente rivolto ad esse lo spot “Insieme per una vita a colori”, realizzato dal Corecom Marche, che proprio dal mezzo televisivo verrà diffuso e che invita i genitori ad accompagnare i propri figli nella visione dei programmi e nella navigazione in rete, presentato questa mattina a Perugia alla presenza dei presidenti dei Corecom di Marche e Umbria, Marco Moruzzi e Luciano Moretti, del presidente del Consiglio regionale dell’Umbria Fabrizio Bracco, dell’onorevole Pietro Laffranco, membro della Commissione di vigilanza Rai e di Marco Mazzoni, ricercatore e massmediologo dell’Università degli studi di Perugia.

Sottolineando che è la prima volta che due Corecom regionali si trovano a collaborare in stretto contatto per una iniziativa di grande respiro, Marco Moruzzi ha illustrato tutti i numeri che maggiormente destano allarme in un Paese come l’Italia, dove gli adolescenti fanno un consumo esagerato della tv e dei media, trascorrendo soltanto il 10% del loro tempo all’aria aperta, come nessun altro in Europa, e dove la pedofilia ha assunto le caratteristiche di vera emergenza: "Un adolescente su quattro che utilizzano le chat line viene contattato da pedofili – ha detto – e solo uno su dieci tra questi lo riferisce ai genitori, i quali spesso ignorano quanto sia importante accompagnare i loro figli nella visione dei programmi televisivi e nell’utilizzo di internet. Per questo abbiamo creato uno spot che evidenzia come lasciarli soli davanti alla tv o al computer equivale ad esporli a grandi rischi. Il 30% degli adolescenti ha avuto un’esperienza spiacevole, come quella dell’adescamento da parte di adulti sotto mentite spoglie che chiedono, per fare un esempio, l’invio di immagini di minori in cambio di una ricarica telefonica, oppure attraverso delle semplici ricerche su internet dove appaiono siti pornografici anche digitando il titolo di un cartone animato. In Italia – ha aggiunto – sono stati chiusi 11mila siti collegati alla pedofilia, ed anche il 30% dello smercio di stupefacenti su internet avviene con i minori. Per questo – ha concluso – abbiamo pensato di lanciare un sasso nello stagno attraverso questa campagna".

Condividendo le finalità del progetto ed assicurando il pieno sostegno da parte del Consiglio regionale dell’Umbria, il presidente Fabrizio Bracco ha detto che il rapporto fra infanzia e tv concerne temi "delicatissimi" come quello della tutela dei minori ed altri che "non ci piacciono, come la censura". Per Bracco è fondamentale "intervenire sulla formazione critica piuttosto che attraverso la censura. Il rapporto con lo strumento – ha aggiunto – deve essere mediato. Occorre fare un’interlocuzione attiva col mezzo, non lasciare che i minori subiscano passivamente una formazione della coscienza che può diventare pesante se non mediata dagli adulti".

Dopo aver rivolto il proprio apprezzamento per lo spot realizzato dal Corecom Marche, l’onorevole Pietro Laffranco, membro della Commissione di vigilanza Rai, ha sottolineato l’importanza del ruolo della famiglia e degli educatori nell’accompagnare gli adolescenti alla visione di programmi televisivi ed all’utilizzo della rete, "anche se ciò è connesso con un altro problema ancora da risolvere – ha detto – quello dell’alfabetizzazione informatica dei soggetti preposti alla formazione dei più giovani. I media hanno potenzialità straordinarie e insidie altrettanto straordinarie – ha concluso – quindi un fenomeno che va governato, senza censure ma con la piena coscienza dei pericoli".