FAMIGLIE SEMPRE PIÙ TECNOLOGICHE, AMMINISTRAZIONI FERME NELLA CORSA ALL’INNOVAZIONE

Cresce il consumo di computer e Internet nelle case, bloccati gli investimenti sull’Ict nelle P.A.

Nuove generazioni le più informatizzate

Famiglie italiane sempre più tecnologiche. Pubbliche amministrazioni sempre più arretrate. È l’immagine del paese che emerge dall’ultimo rapporto dell’Assinform, l’Associazione delle imprese informatiche, sull’Ict (Information and communication technology, la sigla riferita a tutto quello che è tecnologia dell’informazione e della comunicazione). Sul fronte innovazione la società si rivela molto più avanzata dello Stato. Le famiglie italiane, nonostante la crisi dei consumi, non rinunciano ad acquistare tecnologie informatiche, mentre si riducono in modo drastico gli investimenti statali a favore di Internet e pc per le strutture della pubblica amministrazione. A dimostrarlo sono i dati. Secondo il rapporto Assinform, la domanda di Ict da parte delle famiglie, negli ultimi tre anni è passata dal 4,4 % del 2004 al 10,5 % del 2007, per un totale di 1.055 milioni di euro di acquisti.

E le imprese? Non potevano non adeguarsi alle nuove tendenze e alle nuove esigenze dello sviluppo economico che passa, ormai necessariamente, attraverso la Rete. Grandi, ma anche medie e piccole aziende investono così costantemente in innovazione e tecnologie, avanzando a ritmi di crescita del 2 % l’anno in questo mercato, per una somma di oltre 16.000 milioni di euro. A restare indietro in Italia, e non solo rispetto alle altre realtà del paese, ma anche rispetto al resto d’Europa e del mondo, è unicamente il settore pubblico. Negli ultimi anni, mentre nel resto del mondo gli investimenti e le infrastrutture Ict sono aumentate del 4,1 %, in Italia sono diminuite del 4,7%. Gli investimenti in questo settore si attestano così a 2.970 milioni di euro, contro i 2.989 del 2006. L’Italia dedica alla voce delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione l’1,7 % del Pil (dati 2007). Percentuali che fanno arrossire nel confronto con gli altri paesi europei. Il Regno Unito destina a questo settore infatti più del doppio dell’Italia, 3,9 % del Pil, la Francia si attesta sul 3,1 %. La mancanza di un aggiornamento tecnologico delle pubbliche amministrazioni ha inevitabilmente ricadute sui servizi ai cittadini. La popolazione, che possiede ormai nuove e diverse esigenze ed abitudini, sviluppate proprio grazie all’utilizzo privato che questa fa dell’informatica e di Internet, si trova a doversi confrontare con realtà pubbliche che non sono in grado di rispondere adeguatamente ai suoi nuovi bisogni. Sempre il rapporto Assinform mette in evidenza come, nell’utilizzo che i privati fanno di Internet, per esempio per la richiesta di informazioni, la compilazione di moduli, o la spedizione di documentazione, l’unica tipologia in calo è quella che riguarda appunto il settore pubblico. La domanda di informazione sui siti delle pubbliche amministrazioni è scesa dal 39,6 % del 2006, al 35,9 % del 2007, la richiesta di scaricare moduli, dal 28,7 % al 24,8 %, mentre la spedizione di moduli delle pubbliche amministrazioni passa dal 13,3 % del 2006 al 10,7 % del 2007. Percentuali in netta controtendenza con quelle che descrivono l’andamento dell’uso privato di Internet in tutti gli altri settori, acquisti, prenotazioni, servizi bancari. Sempre l’indagine Assinform rileva come la percentuale di persone, di oltre sei anni d’età, che ha usato il web negli ultimi tre mesi, lo ha fatto per cercare informazioni su mezzi e servizi, 64,8 %, dati relativi al 2007, contro i 60,0 % del 2006; usare servizi relativi a viaggi e soggiorni, dal 38,9 % del 2006 al 43,4 % del 2007; leggere o scaricare giornali, news, riviste 43,1 % (2007) 33,9 % (2006); giocare o scaricare giochi, immagini e musica 39,9 % (2007) 32,3 & (2006); scaricare software 28,9 % (2007) 24,1 % (2006); infine il 27, 9 % degli utenti di Internet più grandi di sei anni, ha utilizzato la rete nel 2007 per accedere a servizi bancari, contro il 22,3 % del 2006. I risultati del rapporto fanno così emergere una situazione preoccupante che mostra la necessità di un veloce adeguamento dello Stato italiano alle esigenze della propria società, ma anche al contesto internazionale, per evitare che il divario fra l’Italia e gli altri paesi del mondo si ampli sempre di più, relegando il paese ad un ruolo marginale, in campo economico, ma anche sociale e politico.

E all’interno della società italiana come si distribuisce l’utilizzo di Internet e delle nuove tecnologie per fasce d’età? Il Rapporto “E-Family” di Confindustria, che riporta dati relativi al 2007, mostra che, per esempio, nell’uso dei cellulari non vi sono grandi differenze fra generazioni diverse, con un calo drastico di utilizzo della telefonia mobile solo per gli ultrasessantaquattrenni 39,9 %, contro il 72,7 % (persone tra i 55 e i 64 anni), l’82,1 % (45-54) e l’83,9 % (10-44). La fascia d’età sembra invece incidere in modo notevole sia sull’utilizzo del computer che, e soprattutto, nell’uso di Internet. I maggiori fruitori delle nuove tecnologie restano le generazioni più giovani, il 53,9 % delle persone tra i 10 e i 44 anni usa il pc ed il 35,5 % Internet, il 34,1 % e il 22,1 % delle persone tra i 45 e i 54 anni invece usa rispettivamente computer e Rete, le percentuali si abbassano ancora, 21,3 e 12,5, per le persone tra i 55 e i 64 anni. Questo gap generazionale mette in evidenza come gli adulti, soprattutto genitori ed insegnanti, possono spesso trovarsi non adeguatamente preparati a stare accanto ai più piccoli, sempre più informatizzati invece e capaci di usufruire di tutte le possibilità che i nuovi mezzi di comunicazione offrono, nell’uso che essi fanno delle nuove tecnologie. Condizione questa non certo trascurabile se si pensa ai rischi per un bambino che si nascondono dietro lo schermo di un computer. Pedofilia, ma anche messaggi violenti o contenuti che possono nuocere al corretto sviluppo psico-fisico del bambino sono tra i pericoli principali della navigazione del minore. A questo si devono poi aggiungere i problemi che possono derivare dall’eccessivo consumo di Internet da parte dei ragazzi, dai problemi di dipendenza, alla mancanza di quella consapevolezza che pone limiti, che potremmo definire etici, all’uso di tali tecnologie. Formare la coscienza critica dei minori rispetto ai contenuti dei nuovi mezzi di comunicazione, allora, ma anche all’uso corretto che di questi si deve fare è l’altra sfida del paese, accanto a quella di insegnare agli adulti come guidare i propri figli nell’utilizzo di queste nuove tecnologie e di uno Stato in grado di stare al passo con l’innovazione della società.