CDM APPROVA PIANO BANDA ULTRALARGA
Al via rivoluzione digitale, 6 mld dal Governo

L'Italia è pronta per la sua 'rivoluzione' digitale e ha l'ambizione di superare gli obiettivi dell'Agenda digitale europea con un Piano Nazionale che impiega risorse pubbliche per 6 miliardi di euro e punta a dotare il Paese di un'infrastruttura di rete che porti la fibra il più possibile vicino alle case. Saranno poi “gli operatori a scegliere la tecnologia più efficiente” per realizzarla, ha assicurato il ministro dello sviluppo Federica Guidi.
“Per la prima volta l'Italia si dota di un piano che mette insieme diversi ministeri, diverse fonti di finanziamento, fondi propri di Regioni, dei privati: un mix e un tentativo di mettere a unità una serie di competenze e risorse in un quadro strategico che permetta a questo Paese di fare finalmente la sua rivoluzione digitale e raggiungere gli obiettivi dell'agenda europea”, ha detto il sottosegretario Graziano Delrio al termine del Cdm che ha approvato la Strategia italiana per la banda ultralarga e per la crescita digitale 2014-2020.
A latere ci dovrà essere poi l'attuazione del cosiddetto decreto 'sblocca Italia' arrivato alla firma del ministro Federica Guidi e il decreto legge sulla banda larga di cui si è parlato nei giorni scorsi ma che non è all'ordine del giorno.
Per quest'ultimo il Governo ha preso tempo mentre oggi sono stati approvati due documenti 'politici', uno sulla banda ultra larga e uno sugli obiettivi di crescita digitale. Viene fissato un macro-obiettivo, identifica le aree di intervento, gli strumenti finanziari e stima le risorse necessarie. Un obiettivo ritenuto raggiungibile potrebbe essere quello di raggiungere il 45-55% della popolazione con il FTTB/FTTH e fino all'85% con il FTTC. L'ambizione è quella di superare gli obiettivi dell'Agenda digitale europea “portando i 100 mega all'85% della popolazione entro il 2020” ha detto il ministro Guidi, con un'Italia divisa in quattro aree di intervento, dalle città metropolitane alle aree rurali. Una serie di misure ad hoc verranno inserite in un provvedimento specifico, come “il 'servizio digitale universale', un fondo di garanzia, un voucher di accompagnamento alla migrazione verso la fibra ottica e la convergenza di prezzo per i collegamenti in fibra ottica realizzati con sovvenzioni statali, al prezzo dei collegamenti in rame” si legge in una nota.
In totale il bacino di risorse pubbliche a cui potenzialmente si potrebbe attingere supererebbe i 13 miliardi. Dai fondi strutturali per il 2012-20 si possono ricavare 2,2 miliardi di euro, dai Fondi per lo sviluppo e la coesione (FSC) ex Fondi per le aree sottoutilizzate (FAS) si possono ottenere fino a 4 miliardi di euro anche se in teoria a far data dal 2017. Infine, secondo indiscrezioni, l'Italia avrebbe 'prenotato' fondi per la banda larga 7 miliardi di euro nell'ambito del piano Junker. “Le sole risorse pubbliche non saranno tuttavia sufficienti”, come sottolinea il Cdm, sollecitando un partnerariato pubblico privato. (ANSA)