CARNAROLI CONTRO I TAGLI ALL'EMITTENZA RADIOTELEVISIVA LOCALE

Il presidente del Corecom Marche interviene per evidenziare le ripercussioni negative per il settore legate alle recenti disposizioni contenute nella manovra di bilancio nazionale. "A rischio la vita di molte testate giornalistiche, in particolare quella delle tv e radio locali". Un forte richiamo rivolto alle Istituzioni regionali ad attivarsi.

“Dopo le prime notizie ufficiose sui tagli all'editoria, alle quali non volevamo dare credito, siamo passati ai tagli effettivi che inesorabilmente metteranno a rischio la vita di molte testate giornalistiche, in particolare quella delle tv e radio locali”.
E' questo l'allarme lanciato a viva voce dal presidente del Corecom Marche, Cesare Carnaroli, che amplifica quello espresso sul Manifesto del 2 gennaio scorso da Vincenzo Vita. “Un rischio reale – specifica Carnaroli – che è una conseguenza dell'approvazione della legge di bilancio”.
“Nell'incontro organizzato nel novembre scorso dall'ordine dei giornalisti Marche – continua Carnaroli - e nell'incontro a Roma del 19 dicembre nella sede dell'AGCOM, l'Autorità nazionale garante nel settore delle telecomunicazioni, in occasione della premiazione delle TV private che avevano partecipato al concorso TV di comunità, tutti gli interventi avevano stigmatizzato il pericolo di una scomparsa di gran parte dei media locali, confidando altresì sulla possibilità di un ripensamento da parte del Governo.
“Invece l'operazione condotta dall'Esecutivo nazionale con la citata manovra di bilancio non solo accentra in poche testate l'informazione ma procurerà una perdita di posti di lavoro che la categoria dei giornalisti e degli addetti del settore pagherà duramente”.
Il presidente del Corecom riprende i dati diffusi da Vita che prevedono, secondo quanto stabilito dal DPR n. 146 del 2017, un passaggio da 117 a 50 milioni di contributi (più 12,5 che però sono a favore della cosiddetta pubblicità incrementale, ossia gli sgravi fiscali per inserzionisti). La quota dedicata alle radio e televisioni nel fondo per il pluralismo è eliminata a partire dal 2020. “Le conseguenze – elenca il presidente del Corecom - sono disastrose e preoccupanti: scomparsa di un numero considerevole di emittenti televisive, in pratica da 300 a una cinquantina, con la previsione solo di un piccolo risarcimento per la chiusura, e rischio di una forte ed inevitabile disoccupazione, in un settore che conta 4 mila addetti di cui almeno 2 mila giornalisti”.
“Il Corecom – conclude Carnaroli - garante del pluralismo dell'informazione locale, non può che dissentire radicalmente dai provvedimenti legislativi del Governo e invita le Istituzioni locali ed il Consiglio regionale delle Marche, nella persona del Presidente Antonio Mastrovincenzo, ad attivarsi nelle forme più opportune per respingere questo attacco all'informazione locale ed alla democrazia di questo Paese”.