CYBERBULLISMO: NASCE IL CENTRO NAZIONALE

Promossa dall'Istituto Italiano per la Privacy, l'iniziativa mira a mettere in campo azioni di sostegno alle vittime e attivare percorsi educativi

E' nato martedì 7 marzo il Cnac, Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo, iniziativa permanente lanciata dall’Istituto Italiano per la Privacy per aiutare le vittime di questo grave fenomeno. La presentazione del Centro alla Camera dei Deputati, in concomitanza con una tavola rotonda tra istituzioni e stakeholder dedicata alla tutela dei dati personali dei minori alla luce del Regolamento Privacy Europeo.

“Il Centro Nazionale Anti-Cyberbullismo è sostenuto da Facebook come main sponsor e da molti dei più prestigiosi studi legali italiani che si occupano di diritto di Internet. Il progetto aiuterà, gratuitamente, le vittime di cyberbullismo e i loro famigliari, ma intende anche contribuire all’educazione preventiva dei soggetti a rischio, con guide legali e formazione degli operatori. Per questo, saremo in prima fila quando verrà approvata – si spera nelle prossime settimane – la nuova legge di contrasto al fenomeno, anche partecipando ai tavoli istituzionali che saranno attivati in materia”, spiega l’avvocato Luca Bolognini, presidente dell’Istituto Italiano per la Privacy.

La direzione del Cnac è affidata a Camilla Bistolfi, Fellow Researcher dell’Istituto ed esperta della materia.

“Il Cnac darà primo consulto e assistenza ai ragazzi e ai loro genitori da un punto di vista principalmente legale. In questo ci differenziamo da altre nobili iniziative in corso, e anzi ci integreremo felicemente con diversi progetti di taglio psico-sociale promossi da organizzazioni di tutela dei diritti dei bambini in Italia e in Europa. Abbiamo un numero verde a disposizione di tutti e siamo naturalmente contattabili via web. Gli studi legali che ci sostengono forniranno ascolto, contenuti e orientamenti qualificati”- spiega Bistolfi.

E conclude con un auspicio: “Vogliamo diventare un punto di riferimento nazionale nel contrasto al cyberbullismo, ma soprattutto un approdo sicuro e affidabile per le vittime. Vittime normalmente giovanissime – anche se il fenomeno sembra ormai allargarsi a livello intergenerazionale – e poco consapevoli dei propri diritti: serve una guida in grado di far capire ai ragazzi come difendersi, per non farli sentire persi e confusi in caso di aggressioni digitali. E serve educazione per i soggetti a rischio di trasformarsi in cyberbulli, così che comprendano la gravità anche legale di questi comportamenti prima di attuarli.”