COSA MANCA PER DARE INTERNET A TUTTI

L’uso delle nuove tecnologie dominerà sempre più la vita quotidiana delle persone. Chi non le saprà usare sarà a rischio di esclusione sociale

L’uso delle nuove tecnologie dominerà sempre più la vita quotidiana delle persone e chi non le saprà usare sarà a rischio di esclusione sociale. Il nostro Paese deve saper cogliere in fretta la sfida di connettere tutti alla Rete, perché siamo in ritardo rispetto al resto d’Europa. E’ una sfida che si vince chiaramente sul piano infrastrutturale  ma anche su quello culturale e sociale. Dobbiamo annullare il 'digital divide' nell’utilizzo di Internet, come l’abbiamo quasi azzerato nell’uso del cellulare.

Il governo ha capito la centralità di questo aspetto e sta puntando sullo sviluppo della banda larga, e sulla formazione nelle scuole per creare i presupposti di un balzo in avanti in tempi serrati. Abbiamo bisogno di recuperare il tempo perduto. Ma per farlo, dobbiamo identificare adeguatamente gli ostacoli che abbiamo davanti. Non esiste solo un problema di basso accesso ed utilizzo di Internet, ma anche di scarse competenze di chi utilizza le nuove tecnologie, emergono differenze generazionali e sociali. Le famiglie di soli anziani che hanno accesso a Internet sono meno del 20% , quelle con almeno un minore il 90%. Gli operai che usano Internet sono solo il 69,4%, mentre i dirigenti, imprenditori e liberi professionisti il 91%. Le distanze tra i figli dei primi e dei secondi sono molto più basse. La scarsa competenza è un problema generale e neanche i laureati ne sono esenti. Non possiamo meravigliarci di ciò: l’alfabetizzazione all’uso di Internet è avvenuta da autodidatti e per questo è stata inevitabilmente squilibrata. Il divario di genere è assente tra le giovani, cresce con l’età, ed è massimo proprio tra gli anziani, perché, fra loro, le donne presentano un titolo di studio più basso degli uomini. Le nuove tecnologie aiutano ad essere più resilienti, cioè più capaci di reagire alle maggiori criticità e di sfruttare nuove opportunità per una vita migliore. 

Ma ciò deve essere compreso da chi ne è attualmente escluso. Va sfatato il mito della difficoltà di utilizzo di Internet, va abbattuto il muro del blocco psicologico nei confronti del pc, particolarmente evidente tra gli anziani, evidenziando la semplicità dell’ uso di Internet tramite cellulare o tv. D’altronde le differenze sociali sono diminuite proprio grazie alla maggiore crescita dell’uso di Internet da parte degli operai tramite il cellulare. C’è bisogno di una estesa campagna di comunicazione sulle grandi opportunità che offre Internet per tutti e su quanto sia facile utilizzarlo. C’è bisogno di una forte offensiva formativa di alfabetizzazione ed elevamento delle competenze dei diversi segmenti di popolazione. Ricordate la trasmissione tv degli Anni 60 'Non è mai troppo tardi' del mitico maestro Alberto Manzi, quanto fu efficace per la lotta contro l’analfabetismo? Ebbene, abbiamo bisogno di un «Non è mai troppo tardi 2.0» sui nostri canali Rai. 

La Rai sta elaborando una strategia per ridurre il 'digital divide'. Rendere semplice ciò che appare difficile avvicinerà giovani e anziani, ricchi e poveri, istruiti e meno istruiti. Internet consente a tutti di conoscere e di ottenere informazioni, in tempi rapidi, è un antidoto formidabile all’ignoranza, un veicolo di acculturamento, che può restringere quel gap prima incolmabile. Riccardo Luna, presentando il suo bel documentario «Log in», ha detto: «30 anni fa eravamo quarti per connessioni ad Internet ed ora quart’ultimi. Possiamo ribaltare la situazione». Facciamo presto! E’ la sfida democratica del nuovo secolo, il modo per far sì che nessuno resti indietro, e che nessuno si senta escluso. 

(www.lastampa.it)